I celebranti in tutta Italia sono 100 ma pronti a scommettere che il loro è un lavoro del futuro. Perché in un Paese sempre più laico e multiculturale serve chi sappia organizzare le cerimonie della vita, dalle nozze ai funerali, con le parole e le emozioni giuste
È un mestiere appassionante e delicato
In Italia ci sono circa 100 celebranti
Una celebrazione collettiva
Il ruolo del celebrante
È un mestiere appassionante e delicato
Dire che il celebrante è colui che guida la regia di una cerimonia laica non spiega la sua essenza, né il suo ruolo, perché questa figura non si limita a leggere un testo o una liturgia, cerca di darle significato. È un mestiere appassionante e delicato, dove si impara a entrare in punta di piedi nelle storie degli altri, a mettere insieme pezzi di vita. E i momenti della vita che abbiamo bisogno di raccontare pubblicamente e condividere con le persone amate sono tanti e diversi per ognuno di noi. C’è chi ha deciso di celebrare un’adozione e chi una separazione, magari proprio per rassicurare figli e parenti, per dire loro che una storia d’amore che finisce non si porta via tutto e genitori si rimane. Sempre.
Una celebrazione collettiva
Una celebrazione collettiva, dove ci si sente invitati e non spettatori: forse è soprattutto questo che la differenzia da certi riti, anche religiosi. «Ma le cerimonie laiche non sono antireligiose» precisa Liana Moca, presidente di Federcelebranti. «C’è posto per tutti, per interventi e preghiere di ogni tipo. Sabato mattina ho tenuto un matrimonio civile: lo zio di lei, un frate cappuccino, ha letto un passo di Sant’Agostino, poi sono arrivati i colleghi di lui, un parà, degli omoni che hanno recitato tutti insieme la preghiera dei paracadutisti. Non c’erano esclusi, condividevamo ciascuno con il suo modo la stessa cosa. E noi celebranti ci accorgiamo se abbiamo raggiunto l’animo delle persone. C’è sempre un dettaglio, un particolare che lo rivela. A un matrimonio che ho celebrato ho visto il testimone alzarsi, dopo la firma. Non capivo dove andasse: l’ho seguito con lo sguardo, ha raggiunto sua moglie e l’ha baciata».
Di cerimonie non religiose c’è sempre più richiesta. Nel 2019 i matrimoni non celebrati in chiesa sono stati il 52,6%, in quasi 2 unioni su 10 uno dei componenti della coppia è straniero e spesso segue una religione diversa
Il ruolo del celebrante
Difficile restare distaccati in questi casi. Ma la regola numero uno del celebrante, avverte Clarissa Botsford, è ricordarsi il proprio ruolo: «Non sei né uno psicologo né un confessore. Quando la cerimonia si conclude esci di scena, ricordando a te stesso che il tuo compito è finito. Però lo fai consapevole che questa esperienza ha arricchito più te che loro».
Il celebrante può officiare il matrimonio civile al posto del sindaco, deve però ottenere una delega (basta inviare una richiesta al Comune). La cerimonia può tenersi in Municipio o in un altro locale del Comune. Per le location private serve un regolamento ad hoc
Come si diventa celebranti
I celebranti laici a Londra operano almeno dal 1892. Questa professione è diffusissima nel Regno Unito: già riconosciuta dalla Stato in Scozia, in via di accreditamento in Inghilterra. In Italia siamo ancora agli inizi. Federcelebranti è all’opera per regolarla e definire la figura e l’attività del celebrante. L’associazione è l’unica che offre percorsi formativi ad hoc. «Il corso base prevede 60 ore, in parte in presenza in parte online» spiega Richard Brown, console onorario d’Inghilterra in Sicilia, celebrante e docente della Federazione. «Comprende nozioni di tecnica: si insegna a raccogliere informazioni con le domande giuste, a scrivere testi e parlare in pubblico, oltre che a gestire le emozioni».